Non basta saper gestire il parco veicoli: oggi bisogna saper trainare l’azienda verso un mondo elettrico, all’insegna della mobilità sostenibile; è la legge a dirlo con il “Decreto rilancio” del 19 maggio 2020 e il Decreto Interministeriale n. 179 del 12 maggio 2021. Ma anche un senso di responsabilità ecosostenibile sempre più diffuso e sentito spinge le aziende più smart ad accelerare verso un cambiamento complessivo. Il consulente in Mobility Management ha dunque di fronte a sé un mondo decisamente complesso e un insieme di responsabilità quanto mai diversificate e in continuo aggiornamento; pensiamo anche solamente con quale velocità compaiono e si perfezionano app e servizi per la micromobilità!
Facendo un lungo passo indietro, nel 1998 il Decreto Ronchi aveva già stabilito per legge la presenza di un Mobility Manager. Quel decreto limitava l’obbligo agli Enti Pubblici con più di 300 dipendenti per “unità locale” e per le imprese che contavano un numero di oltre 800 dipendenti. In realtà questo provvedimento legislativo era stato stato più o meno ignorato. Il Decreto Rilancio del 2020 ha rimesso finalmente le carte in tavola e questa volta si fa davvero sul serio.
Il Mobility Manager è una figura professionale a cui le aziende con oltre 100 dipendenti devono far riferimento con lo scopo di gestire l’impatto ambientale generato dal sistema-azienda. In particolare questo professionista ha l’incarico di ottimizzare gli spostamenti quotidiani dei dipendenti, scoraggiando l’uso dell’auto privata e ricorrendo a soluzioni di trasporto alternativo a ridotto impatto ambientale da proporre ai propri colleghi. Il Mobility Manager è tenuto a rendere conto alla Pubblica Amministrazione sia dello stato dell’arte della mobilità aziendale che delle strategie sostenibili da mettere in atto. Deve quindi elaborare un Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL), da presentare il 31 di dicembre di ogni anno al Comune di competenza.
Un semplice modulo da compilare? Tutt’altro: il PSCL richiede di definire un questionario da sottoporre ai dipendenti, di interpretare i risultati e da questi elaborare le future attività per incoraggiare modalità di spostamento più sostenibili. Questo documento, centrale per l’azienda innanzitutto a livello normativo, richiede diverse competenze a livello finanziario, analitico e gestionale. Ecco perché far assistere una risorsa interna da consulenti esperti è la scelta migliore e anzi spesso è la più facile e conveniente. Infatti significherebbe non sottrarre un dipendente alle sue usuali mansioni, dal momento che il Mobility Management è un lavoro a tempo pieno, e si potrebbe investire anche nella sua formazione “on the road”. Ma come si possono acquisire in poco tempo tutte le competenze tecniche in fatto di mobilità, analisi, e finanzia, e le skill che servono per gestire tutta la mobilità dell’azienda?
Un consulente in mobilità aziendale ha già alle sue spalle anni di esperienza. Innanzitutto conosce il mercato della mobilità e la sua evoluzione, sa bene quali siano i meccanismi più efficaci in fatto di spostamenti e servizi. facendo un passo indietro al PSCL, solamente una persona che da molto tempo si occupa di questo è in grado di elaborare le domande giuste da sottoporre ai dipendenti e in questo modo cogliere le vere esigenze di mobilità che aleggiano nell’azienda. Non solo, un consulente nella sua lunga esperienza ha sviluppato le migliori skill relazionali e comunicazioni. Cosa significa?
Proporre nuove strategie di mobilità ai dipendenti aziendali non vuol dire solamente proporre di utilizzare i mezzi pubblici o condividere l’auto per recarsi a lavoro. Il lavoro sotto traccia che fa un consulente in Mobility Management consiste nello stringere partnership con attori influenti nel settore della mobilità. Un servizio di car-sharing, una compagnia di bike-sharing o l’azienda responsabile del trasporto pubblico locale sono importanti interlocutori per inaugurare nuovi accordi vantaggiosi per i dipendenti aziendali. Ovviamente un consulente che da anni si muove in questo settore conosce le compagnie più in linea con la mission aziendale e le tipologie di accordi più interessanti sulla base delle esigenze emerse dal questionario realizzato per il PSCL. Anche il Comune al quale il suddetto documento va annualmente inviato è da considerare come un importante interlocutore dell’azienda. Il Mobility Manager di Area infatti è un professionista centrale affinché le strategie presentate possano davvero essere messe in campo.
Non dimentichiamo poi l’aspetto finanziario e di contabilità. Qual è il budget messo a disposizione per la mobilità aziendale? Dove risparmiare e dove invece investire per trasformare le abitudini di spostamento del personale? Un consulente in Mobility Management esperto conosce le prospettive per generare nuovo valore agli occhi del territorio, ma anche dei dipendenti stessi. Infatti un esperto del mestiere sa bene come i dipendenti siano i primi stakeholder dell’azienda. Eccoci infatti a parlare di un’altra skill richiesta al consulente: le sue doti comunicative. Il PSCL non è un mero testo regolativo, bensì la presentazione di una filosofia aziendale votata alla sostenibilità. Il personale è chiamato ad assumersi responsabilità verso l’ambiente, ma è necessario indurlo a sposare la mission aziendale. Insomma il Mobility Manager deve essere in grado di coinvolgere i dipendenti dell’azienda in un cambiamento collettivo; deve convincerli a modificare le proprie abitudini quotidiane e questo non è certo una partita da poco: non può essere un mestiere part-time, ma un impegno costante da affidare nelle mani di giocatori esperti e soprattutto responsabili. Scoprite alcuni progetti di successo di Mobility Management realizzati da consulenti esperti.